Palermo ha avuto sempre un rapporto conflittuale con il Fiume Oreto. Fino al 1586 solo due ponti attraversavano tale fiume, il Ponte di Corleone e il Ponte dell’Ammiraglio ( di costruzione Normanna). Tale scarsa propensione della città ad estendersi verso le sponde di tale fiume nasceva dal fatto che, fino alla metà del XVI secolo, la costruzione di ponti era , per la Sicilia in generale, un fatto occasionale. Ponti erano sorti qua e là, ove maggiormente si avvertiva il bisogno di evitare un guado pericoloso ma era sempre mancato un preciso disegno complessivo . Ciò era legato al fatto che la viabilità interna era scarsamente sviluppata, sia a causa del territorio impervio, sia per la presenza di briganti che rendevano le strade poco sicure. Si preferiva utilizzare le navi per raggiungere le altre città dell’isola. Tale scarsa propensione era anche favorita dal fatto che la città ,fino a gran parte del 1600 , rimaneva chiusa dentro le proprie mura e bastioni per paura delle incursioni dei corsari.
Nel 1586 fu ultimato il terzo ponte, il Ponte di Mare, ma non doveva essere un ponte particolarmente ben costruito se nel 1717, durante il regno di Vittorio Emanuele II di Savoia, alcuni pesanti carri pieni di legname, nel transitarvi sopra provocarono gravi danni alla struttura. Il senato fu costretto a intervenire per consolidare l’opera. Già che c’erano ne approfittarono per abbellire il ponte con una fontana con una statua del “Vecchio di Palermo” con una lapide ( oggi tale lapide si trova murata nella Sala delle lapidi nel palazzo comunale). Il ponte fu riaperto l’anno successivo, ma, forse a causa della fretta, tali opere di “consolidamento” furono fatte, anche in questo caso, in modo approssimativo. Infatti nel 1772, l’Oreto, durante una improvvisa piena, lo demolì completamente.
La ricostruzione del nuovo ponte iniziò dopo 5 anni e precisamente nell’ aprile 1777 . Vennero progettati 3 archi e fondazioni più solide. L’opera fu completata nel gennaio 1778 ma solo nel 11 giugno le acque tornarono a passare sotto il nuovo ponte, in coincidenza dell’apertura al pubblico di Villa Giulia. Questa volta l’opera era stata costruita a “regola d’arte” tanto che durante l’alluvione del febbraio 1931, il ponte non subì danni, al contrario del Ponte della Guadagna e quello delle Teste mozzate.
La costruzione di Villa Giulia e del nuovo ponte fuil segnale che la città si appropriava di una parte della città e la utilizzava non solo per scopi “mondani e ludici”.
Infatti il Piano di Sant’Erasmo era stato per secoli luogo di “ Atti di Fede” da parte del Sant’ Uffizio. In tale Piano avvenne uno dei più tragici di questi ” Atti di Fede” e precisamente il 6 Aprile 1724 furono bruciati Fra’Romualdo di Sant’Agostino e suor Geltrude Maria Cordovana. Fu uno degli ultimi “atti di fede” della Santa Inquisizione in Sicilia: infatti anni dopo lo spirito dell’illuminismo arrivo anche in Sicilia grazie al viceré Caracciolo che abolì tale barbara istituzione, tra le proteste e la scontentezza dei bravi “panormiti”. Difatti, nonostante due suppliche, una Senatoriale e l’altra della Deputazione del Regno, chiedessero nel 1790, il …..ripristino dell’Inquisizione, il re Ferdinando la abolì definitivamente.
Il ponte permise l’apertura della strada litoranea per Messina e per Agrigento e Catania. Per ricordare tale evento fu innalzata nel 1783 un obelismo, ancora esistente nella Piazza di Sant’Erasmo . Anche grazie a tale ponte la zona cominciò a svilupparsi sia sotto l’aspetto economico che turistico . Purtroppo con la fine della seconda guerra mondiale la zona cominciò a declinare e a degradare.
Ma torniamo al nostro ponte: Come abbiamo visto il ponte ristrutturato nel 1778 resistette fino al 1975 quando, a causa dei danni subiti per le alluvioni successive, fu ampliato e consolidato con una struttura in cemento armato. Il Ponte unisce Via Ponte di Mare con Via Messina Marine e permette l’attraversamento della foce dell’Oreto. Fino agli anni 50 era affiancato da un Ponte ferroviario che permetteva al treno , della tratta a scartamento ridotto Palermo Corleone , di arrivare alla Stazione di Sant’Erasmo ( totalmente distrutta nel 1953 ) Nel complesso tale ponte è in discrete condizioni strutturali anche se il guard rail del marciapiede , lato monte, dovrebbe essere urgentemente sostituito, per motivi di sicurezza, Inoltre il marciapiede è estremamente ridotto e tra l’altro la vegetazione ( anomala? ) rende il passaggio dei pedoni ( tra cui molti turisti del vicino Hotel San Paolo) poco agevole.
Interessante, come sempre, l’articolo, e bellissima l’antica foto che ritrae il Ponte di mare com’era una volta.
Purtroppo quasi tutti i ponti andrebbero consolidati… uno di questi è il Ponte Oreto e a seguire anche il Ponte Corleone…